È stato un anno pieno di cose, che hanno navigato da una costa all’altra del mare magnum degli stati d’animo. Questo è il quinto appuntamento di riflessione annuale, dopo il 2017, 2018, 2020, 2021 (2019 è saltato, non so perché). Let’s go, ti racconto qualcosa di questo 2022 appena trascorso.
Piedi per terra, fermi mai
Hai presente quando vuoi qualcosa, ci lavori tanto, ci credi tanto, ma non la ottieni comunque? No? Meglio così, perché non è una bella sensazione.
La prima parte del 2022 è stata emotivamente buia. Per quanto mi impegnassi, o usassi il cervello, o scoprissi il cuore, finivo per incassare un colpo dopo l’altro. Che male. Mi sentivo impotente: nulla di quello che facevo o pensavo sembrava spostare più di tanto quella granitica, pessima situazione.
In parte, disegnare mi ha aiutato a metabolizzare il periodaccio. Il disegno ho capito che è la mia fotosintesi clorofilliana in alcuni momenti: trasforma l’aria nociva in ossigeno.
Ho lasciato andare le cose che non trovavano più un senso, a partire dalla scommessa lavorativa degli ultimi 2 anni. Un progetto che ha preteso molto, ma mi ha dato in cambio meno delle aspettative.
Con questo non significa che non mi abbia dato nulla, anzi. Salto la lista degli insegnamenti triti e ritriti, del tipo “sono cresciuto professionalmente”, “ho fallito, ma ho imparato”, ecc. Sul feed di LinkedIn ne dispensano già in abbondanza. Dico solo che questa esperienza ha iniziato la sua metamorfosi e ha aperto strade nuove, inaspettate.
Non so se lo sono sempre stato, o lo sono diventato nel tempo, ma sono uno che tiene i piedi per terra. Fantastico tanto, mi piace e mi stimola, ma tendo a fare presto i conti con la realtà. Mica per stroncarmi l’entusiasmo eh. È perché voglio far accadere le cose, nel concreto. Non solo viverle nella testa.
John Doerr, investitore e venture capitalist, in un suo libro ha scritto: «Le idee sono facili, la messa in pratica è tutto.» Mi è rimasto impresso. Penso valga oltre la sola sfera aziendale.
Vuoi bene ad una persona? Diglielo, scriviglielo, trova un modo personale per farlo.
Pensi che le piacerebbe ricevere un regalo particolare? Cercalo, compralo, crealo. Sforzati. Fai quel che serve.
Vuoi conoscere una persona lontana che ti interessa? Prendi il treno, vai.
Perché pensare va bene, ma fare è meglio.
Sì, viaggiare
Il 2022 è stato senza dubbio l’anno dei viaggi: a inizio gennaio tornavo da Tenerife, a luglio ero a Ibiza, a settembre in Canada, a dicembre in India. Più ci aggiungo qualche weekend fuori porta. Da questo punto di vista un anno a cui non potevo chiedere di più.
Se ci ripenso, in ognuno ci sono stati diversi colpi di scena. Ne ricordo giusto uno dal Canada, una meravigliosa scoperta tra montagne, animali e persone gentili.
Eravamo in viaggio da qualche giorno io e il mio amico Davide. Facevamo circa 20 km al giorno di trekking con 500-1.000 m di dislivello. Viste pazzesche e natura stupenda, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire. Dopo il trekking più lungo del viaggio, l’Iceline Trail, la sera guidiamo per diversi chilometri nella Icefield Parkway, un’autostrada immersa tra montagne e ghiacciai. Arriviamo al tanto desiderato ostello, il Wilderness Hostel. Un nome, un programma. Tutto molto selvaggio: tanto lontano dai centri abitati, quanto vicino alla foresta. Ci accoglie un tizio con un cappellino hippie che sembra appena uscito da Woodstock. Ci spiega tutte le info di benvenuto, tra cui: «Sapete che non ci sono docce con acqua corrente qui, vero? Se volete fare una doccia dovete andare in un ostello convenzionato a Jasper (quasi 100 km)». Io e Davide ci guardiamo… silenzio. Poi: «Cccerto, lo sapevamo, come no…». Hai presente quando non desideri altro che farti una doccia, mangiare qualcosa di buono e riposarti nel tuo letto morbido? Ecco, puff… niente di tutto ciò. Niente doccia, cena con carne e verdure in scatola e dormito in una casetta di legno in modalità caserma. Bonus: cenando abbiamo letto di due folli pluriomicidi a piede a libero nella provincia vicina alla nostra. Buonanotte e sogni d’oro. Abbiamo proseguito il viaggio verso Jasper il giorno dopo, per scoprire che era scoppiato un mega incendio poco lontano, la città era in black-out e non potevamo fare benzina. Quando si dice “tutto secondo i piani”.

Non mi dilungo troppo, ma ne avrei di imprevisti da condividere. Per non parlare dell’India: dopo un giorno ero a letto con la febbre, mi sono rotto un dito cadendo dalle scale e sono tornato di nuovo con la febbre e un virus intestinale. Qualcuno mi ha già suggerito la meta per il prossimo viaggio: Lourdes.
Nonostante le cose non previste, ho amato tutti i viaggi che ho fatto. Anche se fisicamente torno stanco, mentalmente mi sento sempre rinato.
Nel piccolo, il viaggio per me è una delle più vicine metafore della vita: per quanto pianifichiamo le visite, le tappe, gli itinerari, ci saranno sempre degli imprevisti che cambiano i piani e mandano qualcosa fuori rotta. Lì sta a noi: lasciarci abbattere e rovinarci il resto del viaggio, o trovare un modo per sdrammatizzare le cose e trasformarle in storie da raccontare. Poi, lo so, dipende, non sempre è così semplice.
Carpe diem
Nel complesso, penso ad oggi e: io sto bene, i miei stanno bene, mio fratello sta bene. Nel 2022 ho vissuto un periodo profondamente basso, ma anche e soprattutto delle esperienze meravigliose. Di questo sono molto grato.
Vuoi per storie di amici e/o per faccende mie, forse quest’anno più di prima ho capito che non si sta qui all’infinito. Quello che posso fare oggi non è detto che lo possa fare tra qualche mese, o l’anno prossimo. Per mille motivi. Perché qualcosa accada, più pianeti si devono allineare in un momento esatto.
Le sfighe sono dietro l’angolo (tiè), le cose belle sono dietro l’angolo. Per cui, se abbiamo l’occasione di vivere un’esperienza, l’occasione va colta. Va vissuta. Ho cercato di fare così nella seconda parte del 2022 ed è stato un gran cambio di passo.
Anche quest’anno con il consueto ritardo, ti auguro un 2023 super.
Un abbraccio, a presto.
Fede